CARCERE: DA DETENUTI AD AVICOLTORI COL PROGETTO "AL CAPPONE"
(AGI) - Milano, 16 lug. - "Una volta scontata la pena, lasciare da parte
pistole e rapine per dedicarsi a un'attivita' piu' salubre, quella dell'avicoltore".
Cosi' i detenuti di Opera raccontano nel loro blog (alcappone.blogspot.com) il
lavoro che da qualche mese a questa parte stanno imparando all'interno del carcere
alle porte di Milano: diventare allevatori di quaglie. La "Fattoria di Al
Cappone", il progetto che intende fare dei detenuti dei piccoli imprenditori
con una seria possibilita' di lavoro una volta liberi, e' stata inaugurata ufficialmente
oggi; nei mesi scorsi, pero', sono gia' stati formati i primi dieci allevatori,
tre dei quali hanno ottenuto una borsa lavoro. I carcerati che partecipano al
progetto seguono giorno per giorno le quaglie, portate a gruppi di mille nel pollaio
allestito all'interno delle mura di cinta; sono i detenuti stessi a occuparsi
di tutto, dalla pulizia alla raccolta delle uova. E non solo: frequentano un corso
di "approccio alle tecniche di allevamento avicolo, allevamenti alternativi
e legislazione rurale", al termine del quale quelli che avranno ottenuto
risultati migliori potranno essere assunti nella cooperativa consortile partner,
il consorzio Cascina Nibai, che gestisce anche la vendita e i ricavi della commercializzazione
del prodotto, riutilizzati per assicurare continuita' al progetto. Fino ad agosto
si potranno assaggiare le uova delle quaglie di Opera nel ristorante "Omelette&baguette"
in via Paolo Sarpi a Milano e, a partire da settembre, saranno in vendita al dettaglio
nel corsorzio Cascina Nibai di Cernusco sul Naviglio e, in una confezione rossa
col significativo nome commerciale di "La quaglia operosa", presso le
Coop. Per seguire online tutto il lavoro che si svolge nella fattoria, e' possibile
collegarsi al blog dei detenuti, che e' aggiornato quasi quotidianamente con foto,
racconti e resoconti delle lezioni. Il progetto e' stato ideato dalla Onlus "Il
Due", che gia' opera nel carcere milanese di San Vittore, con il contributo
della Fondazione Cariplo. (AGI)