giovedì 31 luglio 2008
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 MILANO
venerdì 25 luglio 2008, 07:00

Al Cappone, le uova di quaglia dei carcerati di Opera

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Non solo uova di gallina, sono simpaticamente ottime anche quelle di quaglia, piccole e scure, dal guscio fragilissimo che a spaccarlo ci vuole niente. Le mangi in un sol boccone magari al 62 di via Paolo Sarpi da Omelette e Baguette, un ristorantino, 02.45488823 il suo numero di telefono, che ha deciso di aderire al progetto La Fattoria di Al Cappone.
Il nome è tutto un programma perché questa microimpresa avicola si è specializzata nella produzione di uova di quaglia grazie a 900 pennuti allevati da dieci detenuti del carcere di Opera al punto da avere pensato di attualizzare Al Capone, il gangster, aggiungendo al suo nome una seconda lettera p: Al Cappone. Chi ne è coinvolto si sta preparando a un futuro onesto, da piccolo allevatore.
Come ricorda la giornalista Emilia Patruno, che presta la sua voce al gruppo, «le uova da settembre saranno in vendita nelle Coop del milanese perché prodotto a km. zero. Quello di quaglia è un uovo che viene preparato come quello di gallina ma è più leggero, più delicato e meno ricco di colesterolo. La pasta all'uovo fatta con uova di quaglia tiene meglio la cottura ed è più saporita. La leggenda dice che sia afrodisiaco. Nella Bibbia, sul Popolo di Israele, affamato, nel deserto, Dio fa scendere la manna e le quaglie...».
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