venerdì 25 luglio
2008, 07:00
Al Cappone, le uova di
quaglia dei carcerati di Opera
Non solo uova di gallina, sono
simpaticamente ottime anche quelle di quaglia, piccole e scure, dal guscio
fragilissimo che a spaccarlo ci vuole niente. Le mangi in un sol boccone magari
al 62 di via Paolo Sarpi da Omelette e Baguette, un ristorantino, 02.45488823 il
suo numero di telefono, che ha deciso di aderire al progetto La Fattoria di Al
Cappone.
Il nome è tutto un programma perché questa microimpresa avicola si è
specializzata nella produzione di uova di quaglia grazie a 900 pennuti allevati
da dieci detenuti del carcere di Opera al punto da avere pensato di attualizzare
Al Capone, il gangster, aggiungendo al suo nome una seconda lettera p: Al
Cappone. Chi ne è coinvolto si sta preparando a un futuro onesto, da piccolo
allevatore.
Come ricorda la giornalista Emilia Patruno, che presta la sua
voce al gruppo, «le uova da settembre saranno in vendita nelle Coop del milanese
perché prodotto a km. zero. Quello di quaglia è un uovo che viene preparato come
quello di gallina ma è più leggero, più delicato e meno ricco di colesterolo. La
pasta all'uovo fatta con uova di quaglia tiene meglio la cottura ed è più
saporita. La leggenda dice che sia afrodisiaco. Nella Bibbia, sul Popolo di
Israele, affamato, nel deserto, Dio fa scendere la manna e le quaglie...».